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Glioblastoma

Glioblastoma

Il glioblastoma multiforme (GBM) è il tumore cerebrale più frequente e aggressivo e rimane tuttora incurabile1. L'incidenza di questo tipo di tumore è di circa sei casi ogni 100.000 individui nel mondo e aumenta con l'avanzare dell’età.2 L'età media alla diagnosi è di 62 anni e gli uomini hanno una probabilità di esserne affetti 1,6 volte superiore rispetto alle donne.1,2

Dopo la diagnosi di GBM, l'attuale trattamento comprende l’intervento chirurgico seguito da radioterapia e chemioterapia. Questo approccio può prolungare la sopravvivenza, anche se purtroppo la patologia progredirà1. Ad oggi non esiste uno standard di cura per questi pazienti e l'arruolamento in uno studio clinico è spesso l'opzione terapeutica preferita.3 La prognosi per i pazienti affetti da glioblastoma è infausta: complessivamente il tasso di sopravvivenza è di cinque anni, corrisponde al 4-5% ed è il più basso tra tutti i tipi di tumore.4 Negli ultimi decenni si sono registrati solo modesti miglioramenti nei tassi di sopravvivenza e, nonostante il trattamento aggressivo iniziale, la sopravvivenza globale media per i pazienti affetti da glioblastoma è di soli 15 mesi.4 Ciò mette in evidenza la significativa e ancora insoddisfatta necessità di approfondire la comprensione del meccanismo molecolare alla base della tumorigenesi, al fine di sviluppare terapie innovative più efficaci.

Il GBM è stato il primo tipo di tumore a essere studiato sistematicamente mediante sequenziamento genomico, permettendo una migliore comprensione delle alterazioni genomiche sottostanti.5 Le alterazioni molecolari più comuni interessano la segnalazione di EGFR e PI3K, il pathway di p53 e il pathway di Rb.5 Tuttavia, focalizzarsi su questi pathway non è stato sufficiente a migliorare gli esiti, probabilmente per il fatto che la crescita del GBM è determinata da una rete di segnalazioni con una ridondanza funzionale che consente l'adattamento in risposta ai trattamenti molecolari mirati5,6. Inoltre, l'eterogeneità intratumorale, con la presenza di sottocloni di cellule tumorali resistenti, e la presenza della barriera emato-encefalica che rappresenta una sfida alla somministrazione e all’assorbimento di agenti terapeutici, possono portare al fallimento del trattamento1

Menarini/ Stemline si impegnano ad approfondire ulteriormente la comprensione dei processi biologici alla base di questa malattia letale, per sviluppare terapie che preservino la qualità di vita dei pazienti affetti da GBM, intervenendo al contempo sul decorso della malattia.


Bibliografia

1 Di Cintio et al, The Molecular and Microenvironmental Landscape of Glioblastomas: Implications for the Novel Treatment Choices. 

2 Weller et al., EANO guidelines on the diagnosis and treatment of diffuse gliomas of adulthood. Nature Reviews Clinical Oncology Vol 18, 171, Marzo 2021

3 NCCN guidelines Central Nervous System Cancers (V1.2022)

4 Khabibov et al., Signaling pathways and therapeutic approaches in glioblastoma multiforme. International Journal of oncology 60:69, 2022

5 Brennan et al., The somatic genomic landscape of GBM. Cell 2013

6 Le Rhun et al., Molecular targeted therapy for glioblastoma.


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