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LA RICERCA MENARINI: IL VALORE DI OGGI, LE SFIDE DI DOMANI

 

Firenze, 24 febbraio 2011

COMUNICATO STAMPA

A Firenze un prestigioso convegno per celebrare i 125 anni dalla nascita di Menarini

Ripercorso più di un secolo di storia con un concreto sguardo al futuro:
i traguardi della ricerca sull’ossido nitrico,
il punto sullo Studio Mimosa per la prevenzione della recidiva del tumore ovarico,
le nuove frontiere della Ricerca Menarini

Relatori illustri, tra cui Louis J. Ignarro,
Premio Nobel per la Medicina e Fisiologia

Firenze, 24 febbraio 2011 - Si è svolto oggi a Firenze il convegno ‘La Ricerca Menarini: il valore di oggi, le sfide di domani’ organizzato per celebrare 125 anni di storia e ricerca del primo Gruppo farmaceutico italiano.

Palcoscenico dell’evento il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. In apertura, il saluto del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi.

Il Gruppo Menarini ha ripercorso i suoi 125 anni di storia, sostenuto dalla presenza di autorevoli nomi del mondo della medicina e della ricerca, presentando i progetti tuttora in corso e anticipando i prossimi, sui quali saranno investite importanti risorse.

Ospite d’eccezione, Louis J. Ignarro, Premio Nobel per la Medicina e Fisiologia, grazie alla scoperta del meccanismo d’azione dell’ossido nitrico, che ha raccontato il suo contributo alla Ricerca Menarini e il percorso di studio e ricerca che lo ha anche portato al più alto riconoscimento esistente per la scienza.

Ignarro ha dato un significativo contributo allo studio del meccanismo di azione con cui il beta bloccante sviluppato in Europa da Menarini, il Nebivololo, previene o ritarda la progressione della insufficienza cardiaca.

Nel corso del tempo e dei numerosi studi condotti, la dimostrazione che l’ossido nitrico è un fattore ubiquitario, che svolge un importante ruolo nella regolazione di molte funzioni cellulari e nella protezione di tessuti e organi, ha permesso di far luce anche sull’origine di numerose malattie."Recenti ricerche - ha sostenuto il Premio Nobel - hanno dimostrato che l’ossido nitrico è un modulatore anche di funzioni del sistema nervoso centrale, e perfino nel diabete e nell’asma".

Per Ignarro la scoperta degli effetti molteplici dell’ossido nitrico ha rappresentato l’inizio di una nuova personale evoluzione scientifica.Si è infatti dedicato all’approfondimento del ruolo del ‘sistema ossido nitrico’ nei problemi ischemici e nello stress ossidativo, nell’invecchiamento, nella rigenerazione dei tessuti e nella disfunzione multiorgano.

Oggi esistono potenziali farmaci che interferendo con l’ossido nitrico possono modificare favorevolmente molte malattie in diversi distretti dell’organismo."Finalmente - ha aggiunto Ignarro - avendo compreso l’enorme importanza del mediatore ‘ossido nitrico’ in tante condizioni patologiche è più semplice sviluppare farmaci con meccanismi di azione più selettivi e con minori effetti collaterali".

Jonathan S. Berek, Direttore del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia e dello Stanford Women’s Cancer Centre alla Stanford University School of Medicine, nonché coordinatore internazionale per lo Studio Mimosa di Menarini, ha spiegato come questo progetto voglia portare un significativo miglioramento nella prognosi e nella sopravvivenza delle pazienti colpite dalla recidiva del carcinoma ovarico.

Partendo dall’analisi della situazione medica di questa patologia, Berek ha parlato dell’innovatività dell’approccio immunologico e delle potenzialità del vaccino terapeutico Abagovomab."Abagovomab - ha affermato Berek - è un anticorpo monoclonale che agisce come un vaccino terapeutico da somministrare nel cosiddetto ‘periodo libero da malattia’ (cioè quel tempo che intercorre tra la risposta completa al primo trattamento e la ripresa di malattia), con l’intento di ritardare, se non prevenire, la ricomparsa del tumore, attivando nella paziente una risposta immunitaria verso le cellule tumorali residue, che potrebbero dare altrimenti origine alla recidiva".

Lo studio Mimosa iniziato nel 2006 ha reclutato quasi 900 pazienti in Europa e USA e si tratta del più grande trial clinico sinora eseguito con un’immunoterapia per il carcinoma ovarico. I risultati sono attesi nella seconda metà del 2011 e, se positivi, porteranno alla sua approvazione alla immissione in commercio in Europa e USA nel 2012.

I dati relativi allo Studio Mimosa sono vari e importanti: 152 centri di eccellenza distribuiti in 9 Paesi Europei e Stati Uniti, oltre 17.000 trattamenti somministrati, quasi 20.000 visite di follow up delle pazienti per 48 mesi consecutivi, oltre 6 milioni di dati raccolti che consentiranno l’attenta analisi della sicurezza ed efficacia della vaccinazione con Abagovomab.Ma lo Studio Mimosa non si ferma qui: alla valutazione del beneficio sulla ripresa di malattia, seguirà un follow up a lungo termine per ulteriori 5 anni con oltre 10.000 visite, per valutare anche il beneficio sull’aspettativa di vita.

"Grazie alla collaborazione con la Ricerca Menarini" - ha affermato Domenico Regoli del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi di Ferrara - "siamo riusciti a indirizzare gli sforzi di ricerca industriale verso la messa a punto di farmaci antagonisti dei neuropeptidi per i quali si cominciano a intravedere numerose possibilità di applicazioni terapeutiche".

"Questo percorso di ricerca scientifica - ha continuato Regoli - sta dando oggi i suoi primi frutti applicativi con lo sviluppo clinico di 3 molecole originali della Ricerca Menarini, attualmente in Fase II : Nepadutant, per il trattamento delle coliche infantili, Ibodutant per il trattamento del colon irritabile e Fasitibant per il trattamento dell’osteoartrite".

Le tre patologie hanno importanti ricadute in Italia e nel mondo: per quanto riguarda le coliche infantili, il 10-30% dei bambini nei primi tre mesi di vita ne soffre; circa il 5% della popolazione in Italia soffre di colon irritabile (con un’identica incidenza in uomini e donne); nel mondo si stima che sia affetto da osteoartrite il 9,6% di uomini e il 18% di donne che hanno superato i 60 anni.

Carlo Alberto Maggi - Direttore Ricerca e Sviluppo ha presentato gli impressionanti numeri relativi ai progetti di Ricerca, attuali e futuri, del Gruppo Menarini. "Ad oggi - ha dichiarato Maggi - sono circa 25.000 i pazienti arruolati in studi clinici registrativi a partire dal 1992; circa 3.200 sono le domande di brevetto (273 prioritarie) depositate dal 1980 ad oggi; 6 le ‘New Chemical Entities’ registrate a livello europeo dal 1997; 8 i prodotti portati in Sviluppo Clinico di Fase III e 17 i prodotti portati in Sviluppo Clinico di Fase I-II dal 1992".

Grazie ai numerosi e importanti ospiti intervenuti, il convegno ‘La ricerca Menarini: il valore di oggi, le sfide di domani’ ha rappresentato un momento esclusivo di incontro tra coloro che si occupano di medicina e ricerca farmaceutica, un’occasione unica per celebrare i 125 anni del più grande Gruppo farmaceutico italiano, con uno sguardo al futuro. Da qui infatti si riparte, per affrontare le nuove importanti sfide di ricerca, che porteranno ad altrettanti importanti risultati. La ricerca di base necessita di creatività; la ricerca applicata implica ingenti investimenti soprattutto per la parte clinica; la commercializzazione esige una struttura industriale moderna e multinazionale. Menarini, fin dalla sua nascita, ha saputo rendere concreto questo ciclo virtuoso.

Ufficio stampa Menarini