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Da 30 anni al fianco dei giovani con diabete

21 Luglio 2011

La Federazione Nazionale Diabete Giovanile, nata nel 1981, ha festeggiato il suo compleanno con un incontro alla presenza delle istituzioni e della comunità scientifica. Presentato uno studio dell’Università di Tor Vergata, finanziato dalla Federazione, per la produzione di insulina nelle cellule epatiche.

Tutela dei diritti del paziente, educazione all’autogestione e ricerca scientifica. In queste poche parole è racchiuso il senso di 30 anni di attività della Federazione Nazionale Diabete Giovanile che raggruppa 13 associazioni di pazienti in rappresentanza di oltre 20.000 giovani con diabete di tipo 1. Il compleanno della FDG è stato festeggiato oggi, nella Sala degli atti parlamentari del Senato della Repubblica, con una cerimonia alla quale hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, della comunità scientifica e delle aziende del farmaco.

“Nel caso della nostra patologia non è logico parlare di bambini, ma di famiglie con diabete – ha sottolineato il presidente della Federazione, Antonio Cabras. Il diabete infantile coinvolge direttamente l’ambito familiare fin dai primi mesi di vita del giovane che avrà necessità di sentirsi protetto in ogni momento della sua giornata: a casa, a scuola, all’oratorio o sul campo di allenamento sportivo. In questo contesto, la stretta collaborazione con le istituzioni e le organizzazioni sanitarie territoriali rappresenta un dovere improcrastinabile per qualsiasi società civile”.

L’aspetto relativo all’autogestione è di fondamentale importanza per la Federazione. “In questi anni – ha aggiunto Cabras - abbiamo molto insistito sulla necessità che il giovane con diabete apprenda alcuni fondamentali passaggi della sua terapia come la misurazione della glicemia, la somministrazione dell’insulina, una corretta alimentazione, una sana attività sportiva. Per questo motivo organizziamo periodicamente appositi campi scuola dove i ragazzi arrivati da diverse regioni d’Italia vengono guidati da uno staff di specialisti fino ad essere in grado di convivere tranquillamente con il loro disagio”. L'impegno della Federazione è stato rivolto, in questi ultimi tempi, alla ricerca scientifica che non ha sinora raggiunto risultati soddisfacenti nella cura della malattia. Il progetto proposto dalla FDG, che ne è la titolare esclusiva, ha l'obiettivo di ottenere la produzione d'insulina dalle cellule epatiche. Lo studio è basato sui recenti progressi della ricerca di base e sull'evidenza che il gene associato alla produzione d'insulina non è danneggiato dal diabete, ed è presente, anche se silenziato, in tutte le cellule dell'organismo. In questo modo il fegato sostituirebbe il pancreas danneggiato dal processo autoimmunitario, secernendo l'insulina necessaria per regolare la glicemia. Il fegato ha già un ruolo molto importante nel metabolismo del glucosio. Se il progetto della FDG raggiungerà il suo obiettivo, le persone con diabete saranno libere dalla necessità d'iniettarsi l'insulina più volte nel corso di una giornata. La FDG ha promosso e finanziato questa ricerca con la collaborazione dell'Istituto di Genetica dell'Università di Roma - La Sapienza, dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e del Policlinico dell'Università di Tor Vergata. “Stiamo lavorando al progetto da circa 5 mesi e da un punto di vista teorico stiamo facendo un ottimo lavoro, anche se ci vorrà molta pazienza per riuscire a vedere un risultato concreto”. Lo ha dichiarato Giorgio Federici, direttore del dipartimento di medicina di laboratorio del Policlinico Universitario di Tor Vergata. “Abbiamo prodotto, con tecniche biotecnologiche, le proteine PDX1 e NeuroD e – ha concluso - le abbiamo messe a contatto con le cellule epatiche, cercando di proteggerle dagli enzimi proteolitici per consentire loro di arrivare fino al nucleo della cellula, perché il rischio è che si fermino a livello del citoplasma rendendo nullo il tentativo. Dopo di che dovremo verificare se vi sarà produzione di insulina. E questo sarà determinante”.

Nel corso dell’incontro è stata data parola anche all'industria. Significativo il suo contributo. “A.Menarini Diagnostics - ha commentato Crescenzio Izzo, suo Direttore Generale -, è impegnata da oltre 30 anni nel miglioramento della qualità di vita del paziente diabetico fin dall’insorgere della patologia. A tale scopo, sono state costantemente realizzate – ha spiegato Izzo - e sostenute iniziative volte all’educazione del paziente, garantendo l’importanza di un autocontrollo della glicemia, costante, affidabile e sempre accurato. I sistemi di monitoraggio sviluppati da A.Menarini Diagnostics - ha proseguito Izzo -, sono stati infatti regolarmente migliorati in modo da affrontare tutti gli aspetti diagnostici e preventivi delle complicanze della malattia diabetica. A.Menarini Diagnostics, essendo la più importante multinazionale Italiana impegnata nell’area del diabete, insieme al Gruppo Farmaceutico Menarini di cui fa parte (quest’anno celebra il suo 125° anniversario!), guarda pertanto con preoccupazione a scelte politiche che possano minacciare i traguardi raggiunti in questi ultimi decenni, in termini di sopravvivenza e di migliore qualità di vita del paziente. Privilegiare un apparente risparmio a breve termine sui costi della prevenzione con l’autocontrollo della glicemia, determinerebbe infatti - ha concluso - un sicuro incremento della spesa sanitaria per l’inevitabile insorgere di ulteriori complicanze e relativi costi sociali nel medio lungo periodo.”

Al termine dell’incontro, la Federazione ha annunciato i prossimi appuntamenti: primo tra tutti il concorso letterario riservato ad autori amatoriali, giunto alla sua terza edizione, che vivrà la sua fase finale il prossimo 30 novembre con la proclamazione dei vincitori.